LE NEWS


- LA LUNGA SOSTA
La prossima sfida in programma sarà il 6 gennaio 2011 quando i viola saranno impegnati a Bologna contro la squadra di Malesani

mercoledì 30 settembre 2009

FIORENTINA-LIVERPOOL 2-0

Semplicemente perfetti. Solo così si poteva compiere l'impresa; e di impresa si è trattato. La Fiorentina, in un Franchi colmo e vestito a festa per le grandi occasioni, si impone sul Liverpool in termini di risultato e di gioco. Primo tempo perfetto. Gli inglesi non riescono a contenere i viola che arrivano da tutte le parti del campo giocando spesso di prima ed arrivando sempre per primi sui palloni. Sarebbe riduttivo mettersi a parlare dei singoli; la squadra gira a mille e il merito è di tutti. La difesa è impenetrabile, Gamberini e Dainelli sembrano essere ormai veterani della Champions. Marchionni "consuma" la fascia destra, a quella di sinistra pensa Vargas. Zanetti si presenta nella miglior condizione da quando è a Firenze; senza essere smentiti possiamo dire che sia stata una delle migliori partite in carriera. Jovetic incanta Firenze, Liverpool e l'Europa intera. Il secondo tempo è giocato più dagli inglesi, come è normale. La Viola cerca di contenere e di mantenere il risultato. E' difficile cercare di "addormentare" la gara quando l'avversario è il Liverpool. Ma tutto questo riesce alla Fiorentina. Sotto gli occhi di tutti e, soprattutto, di Diego Della Valle la Fiorentina sfoggia la sua miglior partita. Il Liverpool è battuto da una splendida doppietta di Jovetic; i tifosi sono in delirio.

lunedì 28 settembre 2009

PRANDELLI - Giocheremo in 12

Con queste parole il tecnico della Fiorentina Cesare Prandelli ha voluto presentare l'attesa partita con il Liverpool: “La parola Heysel mi riporta a ricordi particolari, che non c’entrano nulla con il Liverpool e con il calcio giocato. Voglio cercare di dimenticare anche se non si dimenticherà mai questa brutta esperienza: voglio trasmettere la gioia che ha Firenze nell’affrontare una gara come questa contro il Liverpool. Come si ferma Fernando Torres? Con una buona organizzazione, un ordine tattico e tanta fortuna: è un giocatore straordinario e quindi dovremmo essere concentrati per tutta la partita. La nostra arma è quella di giocare con un uomo in più, penso che giocheremo in dodici perché la gente vuole vivere il clima Champions e lì in noi scatterà la voglia di superare tutte le difficoltà, sono convinto che faremo una grande partita. La gioia della centesima partita vinta c’è, ma sono abituato a rimuovere subito quello che si è fatto per fare ancora meglio. Giocheremo con Mutu e Jovetic e possiamo fare bene senza dare dei riferimenti in attacco. Su certi giocatori posso fare battute e quindi dico che il Donadel di Livorno non mi può dare nulla, quello della partita precedente si: sono in dubbio su chi scegliere a centrocampo. Dossena dice che non possiamo ripartire in contropiede? Vuol dire che gli faremo gol in questo modo. Abbiamo visto le ultime tre partite del Liverpool, c’è sempre una componente di imprevedibilità. Del Liverpool colpisce il modo di stare in campo, lavorano tanto prima di una gara e sono ordinati nei reparti: hanno classe, fantasia e forza fisica: sul primo passaggio sono molto aggressivi. Questa partita è importante perché arriva in un momento dove ci sono state polemiche, è all’inizio della stagione e quindi aldilà del blasone del Liverpool dobbiamo tenere presenti anche queste componenti. Se siamo tutti uniti questa partita può essere un punto di riferimento della stagione. Diego Della Valle sta arrivando in questi minuti. Abbiamo la convinzione di fare una buona partita, dobbiamo pensare che anche le squadre forti ti danno la possibilità di esprimerti. Benitez mi è sempre piaciuto, il materiale umano è diverso, ma ha sempre e comunque valorizzato i giocatori a disposizione, ha avuto spesso l’intuizione di capire le prospettive dei propri giocatori".

domenica 27 settembre 2009

LIVORNO- FIORENTINA 0-1

Vince la Fiorentina a Livorno; e questa è sicuramente la cosa più importante. Non è una gran bella Fiorentina. Fallosa, confusionaria, stanca, ma in questo momento va bene così. Prandelli presenta u undici sicuramente curioso ed intrigante con il debutto in maglia viola di De Silvestri (autore di una buona gara); con una difesa centrale che lascia Gamberini a riposo; con i due ex bianconeri Zanetti e Marchionni in panchina e con Jorgensen che torna sul suo "storico" ruolo.
Non era facile vincere a Livorno perchè, al contrario della classifica amaranto, la squadra di Spinelli gioca bene e ha messo in difficoltà tutte le squadre che ha affrontato fino ad ora. La Fiorentina non merita la vittoria, per avere un'onestà intellettuale, ma non "ruba" niente. La squadra viola vince grazie ad un calcio di rigore che era netto. Forse un pareggio sarebbe stato più giusto, ma questo dimostra quel cinismo che tante volte non abbiamo trovato nella squadra. Proprio queste sono le vittorie di carattere, le vittorie che fanno capire quando una squadra sta crescendo. Forse in altri momenti la Fiorentina non sarebbe riuscita a portare a casa i tre punti; ma questa volta dal Picchi di Livorno il bottino è pieno: 3 punti. Ora tutti i pensieri e le attese sono per la storica notte di martedì, quando al Franchi arriverà il Liverpool che ieri ha asfaltato lo Hull City per 6 a 1. Gilardino non ci sarà, fermato dal giudice sportivo per la presunta gomitata contro il Lione. In attacco giocheranno Mutu e Jovetic. In difesa dovrebbe ancora esserci spazio per De Silvestri (Comotto sarà ai box per altri 5/6 giorni). Dovrebbe tornare anche Gobbi sulla sinistra al posto di Pasqual. A centrocampo sembra delinearsi la formazione anti-Sampdoria, con Donadel e Zanetti supportati da Marchionni e Vargas.
Stefano Giacomelli

venerdì 25 settembre 2009

PRANDELLI - Non siamo stati abbandonati

Cesare Prandelli alla vigilia di Livorno-Fiorentina: "Domani giocheremo la nostra partita con la giusta concentrazione, determinati nella ricerca di continuità". "Spogliatoio colpito dalla scelta del Presidente? "No, il rapporto con il Presidente è sempre stato sincero e profondo, rimarrà così anche con una presenza minore. La è molto affezionata a lui e visto che domani compirà gli anni gli mando un augurio di cuore". Parallelismo tra Roma e Livorno? "La preparazione alla gara è la cosa più importante, così come la determinazione e l'aggressività giusta. Ordine e idee da parte nostra non mancheranno, mi auguro che la lezione subita a Roma sia servita". Ruolo di Jovetic? "Stevan è un calciatore che ha una grande potenziale e talento, sono convinto che possa adattarsi in più ruoli. Le caratteristiche principali che ha mostrato sono quelle dell'attaccante. Mercoledì ha fatto un'ottima gara, soprattutto nel secondo tempo ha trovato gli equilibri giusti. Quello che mi è piaciuto di più contro la Sampdoria è stata l'attenzione alle due fasi, difensiva e offensiva". Morale Mutu? "Adrian si sta allenando molto bene, deve soltanto mantenere e dosare la voglia che ha, starà anche a me sfruttare le sue qualità nel momento opportuno. Arriva da due infortuni importanti ha solo bisogno di recuperare il ritmo gara". De Silvestri? "L'ho visto bene in allenamento, penso che possa essere disponibile a breve". Candreva giovane interessante? "Dovremo cercare di aggredire le iniziative dei loro centrocampisti, e contenere Lucarelli e Tavano che davanti hanno forza fisica e imprevedibilità". L'ipotetica 100esima vittoria per la panchina Prandelli in viola aumenta l'ottimismo? "Quando scendi in campo rimane solo la concentrazione e la voglia di superare i propri limiti, obiettivo dopo obiettivo".

giovedì 24 settembre 2009

LA LETTERA DI ANDREA DELLA VALLE

Cari tifosi, oggi ho assunto la decisione di fare un passo indietro. Da alcuni mesi avverto in modo forte che non c’è più la necessaria condivisione del nostro “Progetto” che, con coerenza e serietà, ho cercato di portare avanti in questi anni di mia Presidenza, grazie anche al grande e decisivo supporto di Voi tutti e della Città. Un clima ben diverso da quello che si percepiva anche quando andavamo tutti a sostenere una squadra che si chiamava “Florentia Viola” (non avendo trovato al nostro arrivo nemmeno il nome storico della Società), che giocava in serie C 2 in piccoli paesi della provincia italiana. Momenti in cui si sentiva chiaro l’amore comune, e la voglia di accettare una sfida, per una squadra che aveva di fronte un percorso lungo e difficile, e da più parti ritenuto impossibile.Tutti insieme, da allora, abbiamo fatto tanta strada, e credo che dobbiamo esserne orgogliosi; abbiamo ridato alla bella Città di Firenze una squadra ai vertici del calcio nazionale ed europeo, una Società solida e ben gestita, una tifoseria che tutti riconoscono corretta, passionale ed appassionata. Questo è stato possibile non solo perché gli investimenti economici fatti dalla Proprietà sono stati molto importanti, ma prevalentemente perché tutti noi, Società, dirigenti, tifosi, Città e precedente Amministrazione, abbiamo creduto fin dall’inizio che il “Progetto Fiorentina”, se fossimo rimasti uniti, l’avremmo potuto realizzare.
Vi assicuro che alcuni momenti di grande amarezza, che ho vissuto negli anni passati, sono stati superati proprio grazie al calore che Voi tifosi avete sempre fatto sentire a me e alla Società.
Il futuro dovrà essere quello di avere una Società sempre meglio organizzata, che abbia, o possa generare, le risorse necessarie per autofinanziarsi e, allo stesso tempo, guardare ad importanti obiettivi sportivi, che sono poi la parte che, giustamente, è più vicina al cuore dei tifosi.
Per realizzare questo sogno, tenendo conto dei tempi necessari, ciò che più occorre, oltre ai mezzi economici, è la fiducia e la convinzione reciproca di tutti noi che questi obiettivi li possiamo raggiungere, e la pazienza e la costanza necessaria per ottenerli; proprio la fiducia è quello che ora ho sentito mancare intorno alla Società; ed è quindi questo che mi ha portato a decidere di prendere una pausa di riflessione nella gestione diretta della Società.
Del resto progetti così ambiziosi si possono realizzare solo se ci sono enorme fiducia e condivisione forte degli stessi obiettivi e degli stessi principi, altrimenti l’insuccesso, la confusione ed il malumore saranno sempre in agguato, permettendo che sia privilegiata la piccola polemica del momento (peraltro spesso anche giusta) e facendo perdere il senso dell’obiettivo finale.
Per quanto riguarda l’indispensabile rapporto di fiducia reciproca, con grande franchezza, voglio che la Città di Firenze e tutti i tifosi sappiano che, se si ritiene che ci sia qualcun altro, più adatto di noi a portare avanti questo progetto, si faccia avanti ora e, se avrà le necessarie garanzie per attuarlo, siamo pronti a farci da parte e consegnargli in mano la Società, se questo è quello che serve. Quello che a me sta più a cuore è che questa Società raggiunga obiettivi sempre più alti e che tutti quelli che la sostengono con fede siano soddisfatti e sereni.
Voglio cogliere l’occasione per ringraziare ancora una volta tutti quelli che lavorano nella Fiorentina, rassicurandoli che la gestione della società è in ottime mani e sarà portata avanti da chi già la conosce bene. Un abbraccio caloroso alla Squadra e allo Staff Tecnico, un gruppo affiatato di professionisti seri e preparati che ringrazio per i grandi risultati finora ottenuti.
Un saluto a tutti quelli che vogliono veramente bene alla Fiorentina, assicurando loro che la mia passione per la “Viola” non cambierà di una virgola.
Andrea Della Valle

mercoledì 23 settembre 2009

FIORENTINA-SAMPDORIA 2-0

E’ viva la Fiorentina e, insieme all’orgoglio dei ragazzi e del tecnico, si riaccende anche quello della tifoseria. Non era facile tornare da Roma e dal sonoro 3-1 con assenza totale di gioco e ritrovare brillantezza, velocità e soprattutto la vittoria contro una capolista come la Sampdoria, grande rivelazione di questo primo inizio di campionato. La Fiorentina inizia, da subito, a giocare. La partita è bella con molti capovolgimenti di gioco; con Cassano-Pazzini da una parte e Gilardino-Jovetic dall’altra. Prandelli infatti decide di cambiare volto alla squadra e lascia in panchina Pasqual, Montolivo e Mutu per Kruldrup, Gobbi, Donadel e lo Jo-Jo. Torna anche dal primo minuto Vargas, e si vede! Pronti via la partita inizia subito con ritmi alti. Le fasce della Fiorentina sembrano oliate come non mai e Marchionni si rende forse protagonista della sua miglior gara in maglia viola ad oggi. Donadel è un autentico muro; corre, lotta, recupera palloni, imposta e arriva pure a tirare in porta in più occasioni. Zanetti, senza Montolivo accanto, è più veloce e ha modo di impostare l’azione da vero leader. Vargas ha optato per il turbo e percorre innumerevoli volte la fascia sinistra con azioni travolgenti (come nel secondo gol viola). Jovetic segna di testa su imbeccata di Marchionni, Gilardino replicherà nel secondo tempo. E’ tornata la Fiorentina ed è tornata anche la passione dei tifosi. Un’altra nota positiva è stata vedere il primo match casalingo senza barriere di protezione per i tifosi ospiti: la Firenze civile insegna. Vietato fermarsi adesso, serve continuità, serve una vittoria sabato sera a Livorno. Ma intanto oggi, c’è l’atteso c.d.a…

martedì 22 settembre 2009

PRANDELLI - Pronti per riscattarci

E' martedì, ma è già tempo di vigilia di campionato. Domani sera torna la serie A con il primo turno infrasettimanale dell'anno e al Franchi arriverà la capolista Sampdoria. Oggi Cesare Prandelli si è presentato in sala stampa per presentare la gara di domani; queste le sue parole: “Ci sono più motivi per la brutta partita di Roma. Questa squadra ci ha sempre portato ad analizzare prestazioni sottotono all’inizio del campionato: abbiamo iniziato sotto ritmo, non è un problema né fisico e né tattico, dobbiamo capire che questa squadra migliora se in campo c’è corsa e voglia di sacrificarsi. I ragazzi sono dispiaciuti, li ho trovati sereni nell’analisi e hanno riconosciuto l’errore. Cerchiamo di proporci domani sera contro una squadra che gioca bene, per fortuna che si rigioca subito. Pazzini aveva bisogno di trovare una piazza diversa, essendo tifoso della Fiorentina è stato condizionato dall’aspetto psicologico, conosciamo le sue qualità e gli abbiamo fatto un in bocca al lupo per la carriera. Cassano in questo momento è uno dei pochi che può determinare una partita, dovremo essere bravi perché in questi mesi si sta esaltando. Per il rispetto che ho nei confronti di Lippi non esprimo giudizi sulla Nazionale e su Cassano: ci sono regole da rispettare e il Ct ha vinto i Mondiali con un gruppo che ha dato il cento per cento, certo è che su Cassano non posso che esprimere giudizi positivi. Quando tutte le componenti sono presenti e sono attente a tanti problemi la responsabilità viene distribuita, e quindi la gestione della squadra diventa semplice. Ora noi dobbiamo pensare alla partita di domani, i ragazzi che sono abituati a scambiare due battute con il presidente a fine settimana possono sentire la mancanza, ma da qui a dire che sentiamo la mancanza della società ce ne passa: siamo professionisti e dobbiamo essere in grado di camminare da soli. Il c.d.a. di giovedì? Spero non ci siano sorprese. Molti giocatori fanno fatica a mantenere una tensione alta a certi livelli, le tensioni sono molte, ma abbiamo la presunzione di far crescere dei giocatori che hanno anche un po’ di timore. Quando si ripetono queste settimane devo stare attento a cogliere dei segnali che mi mandano i ragazzi, non si parla di bocciature e anche domani farò delle scelte. Su Montolivo io sono convinto che quando ha giocato partite importanti ha pensato di fare le due fasi da centrocampista: se noi pretendiamo che ogni volta che tocca palla possa fare la giocata decisiva siamo fuori strada. Ha delle ottime qualità tecniche che devono essere supportate dall’agonismo, lui lo sa e stiamo lavorando su questo. Mutu a Roma non ha trovato la posizione in campo, ma fisicamente sta trovando la condizione. A livello psicologico è diverso, noi possiamo aiutarlo, ma umanamente è comprensibile se in certi momenti può essere disorientato. Abbiamo dei punti in più rispetto all’anno scorso e quindi questo fa piacere, le critiche mi sono sembrate sempre costruttive e quindi devono essere da stimolo. In certi momenti dell’anno scorso mi sembrava una critica gratuita, adesso mi sembra una buona critica perché sono io stesso che sono deluso dalle nostre prestazioni. Vargas ha giocato fino a tre giorni fa e poi ha avuto un problema al tallone, se oggi passa il provino domani Vargas gioca titolare. Savio, De Silvestri e Castillo sono arrivati da infortuni e se ci sarà da sostituire qualcuno gli chiederò la disponibilità di venire in panchina”.

lunedì 21 settembre 2009

COMOTTO - Voglia di riscatto

Si riparte. Oggi la Fiorentina torna ad allenarsi in vista della partita di mercoledì quando al Franchi arriverà la capolista Sampdoria dell'ex Pazzini. A parlare oggi è stato Gianluca Comotto che si dichiara pronto a rialzare la testa dopo la batosta Roma: "Qualche alto e basso ad inizio stagione ci può stare. Ieri ci siamo disuniti dopo il gol dello svantaggio, una cosa che di solito per fortuna non facciamo. Quei minuti sono stati la svolta della gara dopo i quali era quasi impossibile rimediare. Questa sconfitta deve servirci per il futuro. Giocheremo ogni tre giorni fino a gennaio, dobbiamo abituarci a questo. La Sampdoria? E' una squadra forte, Cassano è in forma strepitosa e non dovremo dargli spazio perchè è in grado di trovare sempre la giocata. Noi dovremo giocare senza paura e far male quando ci capiterà l'occasione. Non mi aspettavo la Samp capolista, anche se l’allenatore è bravo e Cassano ha trovato anche continuità. Distrazioni? No, nello spogliatoio gli argomenti extracampo legati alla Cittadella o alla politica non entrano, pensiamo solo alle partite. Dobbiamo capire che la frenesia bisogna evitarla e privilegiare la lucidità. A noi finora non è mai mancata fuorchè in quei 20 minuti di Roma. Non credo che ci siamo indeboliti rispetto allo scorso anno, questo è un campionato dove ci sono Juventus e Inter che sono superiori alle altre e per il resto ce la giochiamo con tutte, anche con il Milan. La sampdoria? E' certamente un'avversaria diretta e ha il vantaggio di non avere l'impegno nelle coppe. A Roma non è stato un problema fisico e lo dimostra il fatto che nel finale correvamo più di loro. Può essere stato un problema psicologico dovuto all'intensità degli impegni in questa fase, essendo ancora ad inizio stagione. Non dobbiamo farci spaventare da questa sconfitta, è una fortuna che tra due giorni siamo di nuovo in campo e speriamo di superare questa sconfitta. Firenze ha la tendenza di esaltarsi e deprimersi con facilità ma noi ormai siamo forgiati e sappiamo che non dobbiamo darci troppa attenzione"

domenica 20 settembre 2009

ROMA-FIORENTINA 3-1

Semplicemente imbarazzanti. Così potremmo brevemente commentare la prova dei ragazzi di Prandelli all'Olimpico. In uno stadio dove si arrivano a tirare oltre venti bombe carta (numeri alla mano redatti dall'Ansa) la Roma scende in campo per riscattarsi, per combattere, per vincere...la Fiorentina rimane negli spogliatoi. Non c'è mai stata partita. La Viola rinuncia a giocare. Forse troppi gli impegni in breve tempo...ma siamo all'inizio...cosa dovremo aspettarcipiù avanti. Una partita, come dice lo stesso Prandelli a fine gara, difficile da commentare. Non ci sono alibi, non ci sono attenuanti. La Roma ha nettamente meritato la vittoria e il punteggio. Salva la faccia solo Gilardino nel finale che regala il gol della bandiera e sfiora il raddoppio con un destro che esce di pochissimo a lato su lancio di Zanetti. Tutta la squadra dà l'impressione di essere un pugile all'estremo che aspetta perennemente il colpo del ko. Frey fa quello che può con le improvvise avanzate degli uomini di Ranieri. La linea difensiva tutta si distrae troppo spesso e si innervosisce fin dai primi minuti. Montolivo è completamente inesistente; così come Mutu. Marchionni prova invano a saltare l'uomo. Santana, che sostituiva Vargas, sbaglia passaggi elementari e si presenta con un paio di tiri che finiscono direttamente in curva. Gilardino è troppo solo per fare paura.
Un ko inatteso, una disfatta inspegabile. Ma non c'è tempo per piangersi addosso. C'è da rialzare la testa e l'occasione è di quelle ghiotte perchè tra tre giorni si torna in campo per il campionato, e al Franchi arriva la Sampdoria di Pazzini e Cassano che si prenseta come prima forza in classifica del campionato. C'è voglia di riscatto nei giocatori, nell'allenatore e nei tifosi...e oggi è anche atteso il primo incontro per avere delle risposte concrete sulla Cittadella Viola.
S.G

sabato 19 settembre 2009

PRANDELLI - Lavoriamo sereni e giochiamo da squadra

Giornata di vigilia oggi in casa viola per l'attesa sfida di domani sera all'Olimpico contro la neo squadra giallorossa allenata da Claudio Ranieri. A parlare in sala stampa, prima di partire con la squadra per Roma, è stato il tecnico viola Cesare Prandelli che ha analizzato il momento della squadra a chiarito alcune questioni sulla situazione societaria, in attesa del prossimo ritrovo straordinario del c.d.a. Queste le parole di Prandelli: "Quando torni da una prestazione che è stata osservata dai critici come una delle migliori prestazioni della Fiorentina scatta la voglia di ripeterla: abbiamo metabolizzato la sconfitta e abbiamo voglia di fare un’altra grande partita contro una squadra ferita. Voglio rimanere fuori dalle voci che circolano sulla Società: i dirigenti ci hanno detto di stare tranquilli e allenarci come al solito. Il mio lavoro è quello di andare in campo e mantenere la concentrazione, non si può pensare ad altre cose. Anche ieri la squadra è stata concentrata sul lavoro, dobbiamo giocare bene e poi aspetteremo qualche giorno per capire cosa succederà. Abbiamo sempre lavorato per far crescere i giocatori sotto il profilo della personalità, i ragazzi si stanno convincendo che se lavori da squadra riesci a sopperire a situazioni in cui potremmo essere inferiori. Ieri abbiamo analizzato gli errori fatti a Lione e ho visto una grande concentrazione da parte di tutti i ragazzi. La forza nostra è stata quella di creare un fortino che fuori da Firenze devono pensare che è inviolabile. Più energie positive metti assieme e più entusiasmo c’è: in questi anni sono cambiate le aspettative e abbiamo la voglia di fare quel salto di qualità per crescere, ne abbiamo i margini e se ci accontentiamo il nostro lavoro perde di intensità. Domani mi aspetto una gara difficile, dobbiamo essere ordinati e concedere poco. Quando avremo l’occasione di farlo dobbiamo attaccare la linea difensiva della Roma. Pensiamo partita per partita, dopo le gare abbiamo uno staff medico che mi dà il resoconto su come stanno i giocatori: in base a questo cercherò di mettere in campo una Fiorentina pronta. Erano anni che la Roma non anticipava il ritiro, per noi è un segnale e troveremo una squadra di campioni che vogliono ribaltare questa situazione. Non voglio andare a Roma per difendermi, spero sia una partita aperta. Mutu sta bene e sta recuperando anche una serenità mentale, è sulla strada giusta per la prima volta quest’anno. Adesso non pensiamo al Liverpool, domani Gilardino sarà in campo e quindi non faremo esperimenti: abbiamo già provato comunque nel pre campionato a giocare con Mutu e Jovetic insieme. Se sono 17 anni che non vinciamo a Roma vuol dire che è un campo molto difficile.

giovedì 17 settembre 2009

DELLA VALLE - Vogliamo vincere

Torna a parlare la società. A farlo è Diego Della Valle che rilascia questa bella intervista alla Gazzetta dello Sport. Queste le parole del patron viola: «Noi non dobbiamo accontentarci di disputare la Champions. L'obiettivo deve essere quello di provare a conquistare la Coppa. Ma per compiere l'ultimo salto di qualità serve la Cit­tadella Viola, l'unico progetto industriale che può permettere alla Fiorentina di avere risorse vicine a quelle di Inter, Milan, Juve. Partecipare, alla Champions o al campionato, senza avere la possibilità di vincere non ci interessa». Diego Della Valle ha le idee chiare. E le ha illustrate, quasi un anno fa, con un plastico che entusiasmò Firenze. Dodici mesi dopo gli azionisti di maggioranza del club viola sono ancora in attesa di risposte. Diego e Andrea Del la Valle si sono dati appuntamento domenica a pranzo a Casette d'Ete. Nel "menù" pasta e Fiorentina. I padroni della Tod's faranno il punto su tutto quello che ruota intorno al pianeta viola. La Cittadella, l'ultimo calcio mercato, la flessione di abbonamenti, le polemiche di una parte (a dire il vero assolutamente minoritaria) della tifoseria. E soprattutto i Della Valle decideranno le prossime mosse. Giovedi è stato convocato un Consiglio d'amministrazione straordinario. Tre giorni dopo il Consiglio comunale che affronterà, finalmente, il capito lo Cittadella Viola. La prossima settimana sarà importante, forse decisiva, per il rapporto tra la famiglia Della Valle o la Fiorentina.

Progetto
Sia chiaro, i padroni della Tod's non hanno già alzato bandiera bianca. Come qualcuno sta cercando di far credere. La Fiorentina è ancora un progetto che piace alla famiglia. Quello che gli azionisti di maggioranza vogliono capire è se ci sono le condizioni per creare un'asse Fiorentina-Firenze. La Cittadella, a esempio, è un progetto che potrebbe «aiutare » sia la città (assicurano i Della Valle) sia l'azienda pallone. «Però non ci è piaciuto leggere che la Cittadella garantirebbe l'acquisto di un terzino in più. Stiamo parlando di potenzialità che farebbero crescere la squadra a livelli da scudetto». Ora il pallino passa al sindaco Renzi. Lunedì in Consiglio Comunale si capirà di più sulla possibilità — e volontà — di realizzare la Cittadella Viola. Con una dichiarazione d'intenti che dovrà andare oltre le solite frasi piene di buona volontà e di buoni propositi. Poi, in vista del Cda straordinario sarà importante anche la partita Fiorentina-Samp di mercoledi. Quella sera Andrea Della Valle tornerà al Franchi e sarà curioso valutare il comportamento della tifoseria. Se il pubblico viola ha ancora voglia dei Della Valle quella sarà una buona occasione per dimostrarlo. L'ultima considerazione è dedicata, invece, al calcio giocato. Diego Della Valle ha seguito Lione-Fiorentina.. Una carezza a Prandelli e ai giocatori. E la con ferma che proprietà e squadra stanno ancora giocando insie me la stessa partita.
dall'articolo di Luca Calamai

LIONE - FIORENTINA 1-0

Gioca bene la Fiorentina e non merita la sconfitta, ma soprattutto non merita di di giocare per più di un tempo in 10; specie se ad uscire (in maniera generosa) è Alberto Gilardino.
Queste le parole di alcuni protagonisti, nel dopo gara.
Cesare Prandelli nel dopo gara di Lione-Fiorentina: "E' inutile stare a commentare l'espulsione di Gilardino, Alberto stava solo cercando di coprire la palla, da parte sua non c' era niente di intenzionale. Peccato perchè la Fiorentina del primo tempo ha giocato con ottimo equilibrio. Avevamo voglia di fare bene". 29 settembre Fiorentina-Liverpool? "Adesso dobbiamo pensare alla Roma".
Dario Dainelli nel dopo gara: "La sconfitta brucia perchè secondo noi non ci sta. Giocare in dieci non è facile. Sicuramente abbiamo voglia di rivincita, rispetto all'anno scorso abbiamo più consapevolezza di potercela giocare, si vede guardandoci negli occhi, siamo più convinti e ci proveremo fino alla fine".
Le parole di Sebastien Frey: "Nel primo tempo abbiamo dato un' impronta positiva sulla gara. Rimanere in dieci su un campo come questo è ovvio che ti mette in difficoltà". Gilardino?" L'espulsione ci ha spiazzato, mi è sembrata esagerata. Penso che al massimo ci poteva stare un cartellino giallo". Gioco della Fiorenitna migliorato? "La squadra ha voglia di mettere in campo quello che proviamo durante la settimana con il Mister".

martedì 15 settembre 2009

PRANDELLI - Giochiamo con il sorriso

Giorno di vigilia Champion in casa viola. La Fiorentina è a Lione per l'attesa gara di domani sera che segna il debutto nel girone Champion per questa edizione. Oggi a presentare la gara è stato, come sempre in questi casi, mister Cesare Prandelli; queste le sue parole: "Vogliamo affrontare la Champions con il sorriso. Veniamo a Lione per fare la nostra gara, senza pensare ad altro. Sono soddisfatto del superamento del preliminare. Vedo le squadre avversarie determinate quando ci affrontano ma vogliamo gestire il possesso palla ed attaccare con rapidità nei momenti decisivi. Adrian Mutu è stato convocato. Il Presidente mi ha chiamato e per problemi lavorativi non potrà venire a Lione. Non voglio tornare sull’episodio del goal dello scorso anno. Secondo me l’arbitro e il guardalinee in certe situazioni devono interpretare bene quello che succede. In ogni caso ho rimosso il goal dello scorso anno. Maltempo? I campi pesanti ti costringono ad essere più attento. Ma sono due squadre che vogliono costruire il Lione e la Fiorentina e avranno le stesse difficoltà se il tempo non sarà buono”. A parlare è stato anche il centrocampista Riccardo Montolivo: “Sono d’accordo con le parole del Mister, aver cambiato poco rispetto al passato ha visto lavorare con più facilità un gruppo che già si conosceva bene. Anche lo scorso anno abbiamo giocato su di un campo bagnato con ritmi molto alti. Una bella vittoria domani sarebbe un’iniezione di fiducia per tutta la squadra. Comunque dobbiamo ricercare la prestazione e poi il risultato".

domenica 13 settembre 2009

FIORENTINA - CAGLIARI 1-0

Decide ancora Alberto Gilardino che segna di testa direttamente su uno splendido cross di Vargas dal fondo. La Fiorentina non è spumeggiante nel gioco ma riesce, comunque, a portare a casa tre punti fondamentali per classifica e per il morale. Proprio il morale deve essere quello che servirà per affrontare al meglio la sfida Champion di mercoledì sera in Francia contro il Lione. La partita cerca, da subito, di essere condotta dalla squadra viola che, palla a terra, cerca di costruire gioco. Mutu e Kroldrup (così come De Silvestri e Castillo) sono soltanto a guardare per problemi fisici. In panchina si vede il sedicenne Babacar. Il Cagliari si dimostra tosto e si difende con ordine ed agonismo. Avviene poco nel primo tempo; le emozioni iniziano subito ad inizio ripresa con spunti interessanti di Vargas e Jovetic. Il gioco non è, come detto, dei migliori, ma la Fiorentina è concentrata e concreta e riesce a portare a casa una vittoria che la proietta al terzo posto in compagnia dell'Inter in attesa della sfida di stasera fra Geona e Napoli.

sabato 12 settembre 2009

PRANDELLI - Giochiamo da squadra

Cesare Prandelli è sceso oggi in sala stampa per presentare la gara casalinga di domani contro il Cagliari. Queste le sue parole: "Abbiamo lavorato bene in questi giorni di pausa. I nazionali stanno bene, l’unico che ha qualche problema è Kroldrup. Jovetic ha trovato la convinzione e l’entusiasmo giusto per fare bene, non sente nemmeno la fatica pur avendo giocato tutte le partite in Nazionale. Mutu sta recuperando, non so quando sarà possibile rivederlo in campo. Il terreno del Franchi? E’ migliorato molto, bastava poco… Il Cagliari è una squadra che ha disputato la stagione passata da protagonista, è una squadra che conosce il modo di stare in campo, sono super motivati, ma noi vogliamo dare continuità alle prestazioni e quindi vincere. Dobbiamo essere i protagonisti, rispetto molto i rossoblu, ma domani voglio vedere una grande Fiorentina. Non so se convocherò Babacar, non diamogli troppe responsabilità perché è un ragazzo che ha soli sedici anni. Zanetti sta bene, ha fatto una settimana di lavoro personalizzato è pronto per scendere in campo. Sarebbe facile da parte mia dire giochiamo con gli Under 21, ma al quel punto non sarebbe giusto chiedermi di raggiungere determinati risultati, noi vogliamo far crescere i nostri giovani, se poi ci sono dei ragazzi che non hanno la pazienza di aspettare la porta è aperta e possono andarsene (riferimento alle dichiarazioni di Kuz ndr). Se questa squadra ragiona da squadra può fare molto bene. La mia rosa è rapportata al budget che il direttore sportivo ha a disposizione, la forza della Fiorentina sarà proprio quella di avere pochi giocatori, ma che giocano tutti.

venerdì 11 settembre 2009

JORGENSEN - Non ci siamo indeboliti

A fine mattina si è presentato in sala stampa il neo "centrocampista centrale" della Fiorentina; Martin Jorgensen. Il riferimento a "neo" è dovuto alla nuova posizione che il tecnico Prandelli gli ha affidato come vice Melo. Queste le parole del danese: "Ringrazio in mister per i complimenti io ho sempre cercato di essere da esempio ai giovani. Ricordo quando ero piccolo che era importante avere esempi da seguire per diventare buoni giocatori e buoni uomini. La società ha investito e crede nei giovani. Kumanovic? Dispiace che sia voluto andare altrove; è un bravo ragazzo. Soffriva a stare fuori ed è normale, quella di andare via è stata una sua scelta. Dopo quattro anni vissuti insieme al mister posso dire che mi conosce bene e sono contento che punti su di me. Non ci siamo indeboliti con il mercato. Magari compri i “nomi” e fanno male poi invece compri 3 o 4 giovani e ti fanno la differenza. Cerchiamo di lavorare; poi sarà il campo a dire la verità. Lione? Il pareggio dello scorso anno è arrivato dopo una partita giocata ad altissimi livelli, ma ora pensiamo al Cagliari”.R

lunedì 7 settembre 2009

PRANDELLI A 360°

Pubblichiamo la bella intervista fatta dal Corriere Fiorentino a mister Cesare Prandelli. Bentornato tra gli allenatori. Eh sì, perché do po aver coperto nella Fiorentina anche i ruoli di comunicatore e uomo immagine, facendo intra­vedere qualità manageriali e un futuro alla Fergu son (con la pretesa pure di decidere il merca to...), Cesare Prandelli torna a fare solo il suo me stiere. Quello dell’allenatore, appunto. Cioè di chi proverà a tirar fuori il meglio «dalla rosa che mi hanno messo a disposizione» che «da azienda lista », «in una fase di crisi generale» ha accettato e che «è una mezza impresa allenare tra un cam po e l’altro». Demotivato? No. Ci crede ancora Ce sare, lui il sogno di vincere a Firenze, di lottare qui per lo scudetto, lo coltiva sempre, e «non ci sarà giorno in cui ogni singolo minuto del mio impegno nella Fiorentina non sarà dedicato a raf forzarlo, quel sogno». Ma non chiedetegli, alme no quest’anno, di fare anche da garante.
In Prandelli si è verificata una significativa mu tazione che pure, è giusto ripeterlo, non intacca motivazioni, impegno e professio nalità. Da colui che metteva la fac cia su Progetto e ambizioni, a colui che lavora con quello che ha.
«É un anno così, di transizio ne », dice Prandelli. Non tanto per quanto riguarda gli obiettivi sta gionali, che «la Fiorentina proverà comunque a confermarsi o a mi gliorarsi », anche se «bisogna esse re realisti...». Perché un allenatore può dare un valore aggiunto, ma per dirla alla Corvino, la lana è lana e la seta è seta. La transi zione è un’altra. E riguarda il Progetto, a un bi vio. Da una parte c’è la P maiuscola e dall’altra la p minuscola. Prendere una o l’altra strada segne rà il futuro della Fiorentina. E il suo futuro a Fi renze: «Non escludo nulla» chiuderà così l’inter vista Cesare, senza polemica, ma senza nascon dersi. La Cittadella ammette «è crocevia di tut to », ma pesa molto, moltissimo, anche l’assenza di un centro sportivo che, lo dice e lo ripete, «re gala non solo quei sette-otto punti all’anno ma, in generale, solidità, credibilità, spirito di corpo. Consente di lavorare, dare e tramandare i giusti esempi». Non esiste allenatore serio, con a cuore le sorti del club, che tra un campione e le strutture scelga il pri­mo invece delle secon de. Prandelli è stanco di tante, troppe difficoltà quotidiane, inesistenti in tante realtà ben più limita te di Firenze. E allora questo «anno di transizione» può an che essere definito «l’anno della gratitudine». Quella che sente per la società, la città e la gente e che lo ha con vinto ad accettare tutto, senza pretendere, nell’at tesa di sapere cosa accadrà. Ma la gratitudine non è eterna.

Lo scorso anno di questi tempi regnava l’entusiasmo. Oggi, nonostante la Cham pions raggiunta, si respira malumore e in quietudine. Lei comprende, condivide o si stupisce?
«Io dico che bisogna capire che siamo in una fase di crisi economica generale in cui la società ha fatto delle scelte. In primis quella dell’autofi­nanziamento. Non chiedetemi di entrare nei con ti, non spetta a me stabilire il monte ingaggi o quanto deve costare e guadagnare x o y. Sono al tri i referenti per queste cose. Io da aziendalista, riconoscente a questo club, ho accettato la politi ca societaria e con essa tutte le conseguenze».
A partire dal mercato... Corvino l’ha tira ta dentro: «Cesare era d’accordo».
«Il mercato è lungo, parte in un modo, può fi nire in un altro. Ci sono prime scelte, seconde e terze. A volte ci sono alternative, a volte è prende re o lasciare. Dipende...»

Si parte con Crespo e si finisce con Ca stillo?
«Crespo è stata un’opportunità iniziale, l’in gaggio non rientrava nei parametri e io questo devo rispettarlo. Ci siamo spostati su altri ruoli, quando siamo tornati sull’attacco le disponibili tà si erano ulteriormente ridotte. Ma Castillo me rita rispetto, si è presentato nel modo giusto e ci darà una mano».
Da garante del Progetto ad aziendalista ...
«Il Progetto esiste, ma vive una fase di transi zione, bisognerà vedere cosa accade in altre se di. Essere aziendalista non è una ‘‘diminutio’’ a livello di impegno, anzi ti spinge a fare ancora di più. Raddoppi le forze per migliorare quello che hai a disposizione, per cercare novità nel gioco, ridare stimoli, mettere sul tavolo tutte le tue conoscenze, ampliandole, lavorando con lo staff in maniera ancora più attenta, con serietà, concentrazione, dedizione, senza per questo perdere la se renità e anche il sorriso nella gestione dei rapporti».
Come si riaccende l’entu siasmo nei tifosi?
«Attraverso il gioco, con una continuità di prestazioni che ab binino solidità e spettacolo e mostrino una manovra corale, piacevole e offensiva. Siamo sulla buona strada, l’aggressivi tà, l’intensità, i ritmi, l’atteggia mento e molti movimenti che ho visto nel primo tempo col Palermo mi fanno ben sperare. Il gruppo c’è, lavora. Ci crede, vuole crescere. E non dimentichiamo che il pri mo traguardo l’abbiamo già raggiunto con l’ac cesso in Champions. Non siamo stati brillantissi mi, è vero, ma non era facile esserlo: il mercato aperto, le distrazioni, l’impegno da ‘‘dentro o fuo ri’’ quando ancora la stagione deve cominciare. Sale la tensione, senti la responsabilità. Era im­portantissimo raggiungere il risultato, ce l’abbia mo fatta».
E nell’attesa che l’entusiasmo torni, i Del la Valle sono amareggiati. Così li ha visti Corvino ...
«É una sensazione che ho percepito anch’io. Soprattutto in Andrea, che ci è stato molto vicino nell’ultimo mese. Spero sia solo un mo mento, che possa servire come ‘‘provocazione’’. Ma la loro ama rezza la avverto anch’io».
I conti almeno sono dolci. Da gennaio ad oggi sono en trati 55 milioni e ne sono usciti meno di 20. Senza con tare gli introiti Champions. Se non si può investire sugli uomini, si potrebbe farlo sulle strutture.
«Da quattro anni ripeto che ci manca un centro sportivo. Una casa dove vivere insieme, preparare al meglio le partite e la stagione. Una struttura all’altezza ti dà 7-8 punti in più a cam pionato. Noi invece lavoriamo in condizioni dif ficilissime. Siamo sballottati a destra e a manca. Gli spogliatoi da una parte, la palestra da un’al tra, la sala massaggi-fisioterapia da un’altra an cora. Per arrivare in sala stampa devi attraversa re lo stadio. Andiamo a correre su un campo, fac ciamo allenamento tattico su un altro. Mangiare insieme è un’impresa. La sede e gli uffici sono a parte. Un club dovrebbe essere una famiglia, in vece molti giocatori non conoscono neanche i dipendenti della Fiorentina perché viviamo in realtà separate. Il Franchi è un ‘‘porto di mare’’, io stesso a vol te incrocio volti nei corridoi e mi chiedo se siano della socie tà o no... Non è così che si crea la coesione e il senso di appar tenenza » .
Tra big e giovanili, pochi contatti?
«Ho lavorato anni nell’Ata lanta, strutture tutte concentra te, tecnici che possono confron tarsi e giovani che imparano dai grandi. Non sempre basta il talento, i comportamenti sono importanti. Un club è fatto di tradizione, di valori che si respi rano e che passano anche attraverso i muri. Pen sate per un ragazzino avere il privilegio di ‘‘cre scere’’ accanto a uno come Jorgensen con la sua professionalità, educazione, puntualità, attenzio ne ai comportamenti. Mi basterebbe dirgli: vedi lui? Ecco impara, l’esempio da seguire ce l’hai da vanti, in carne ed ossa».
Incisa è stata un’occasione perduta. Lei ci sarebbe andato?
«Il problema non è il posto, sono le strutture dove lavorare. Serve una casa per la Fiorentina, se era a Incisa andavamo a Incisa».
Dal Franchi ai Campini: l’erba questa sco nosciuta ...
«Quando ero ancora in ritiro, ogni tre giorni telefonavo per avere notizie sul campo. ‘‘Stai tranquillo...’’, mi rispondevano. Tranquillo ’na sega . Guardate come è messo il Franchi! (Con fermiamo, siamo scesi sul terre no di gioco, tanta terra, poca er ba, molte buche, ndr). E i Cam pini? Ancora peggio. Quando siamo tornati c’erano delle bu che grandi così. Aspetto che vengano sistemati, per ora dob biamo accontentarci di trenta metri scarsi di spazio dove lavo rare. Le sembra possibile?».
Però anche voi... Ma non se ne era accor to nessuno tra i dipendenti prima che lei tor nasse?
«La Fiorentina paga un affitto per avere dei campi all’altezza, ma se non lo sono sarebbe me glio muoversi per tempo. Bastava anche buttarci un occhio distratto per vedere in che condizioni pietose erano i terreni di gioco».
Dai Campini ai campioncini. É Jovetic il miglior acquisto della Fiorentina?
«Savicevic sostiene che tra 2-3 anni sarà un grande. E io sono d’accordo. Nel frattempo deve continuare a crescere e migliorare senza troppe responsabilità. A Bologna dopo un tempo era sta to massacrato. Ora dite che è indispensabile. Io l’ho fatto giocare tanto lo scorso anno. E que­st’anno giocherà ancora di più. Dall’inizio o a par tita in corso, in base alle esigenze. Sta capendo come si gioca con la palla e senza, in fase di pos­sesso e non possesso, per mettere il suo talento e la sua fantasia al servizio della squadra, senza che questa perda gli equilibri».
L’equilibrio rischia di perderlo Mutu con quella multa sulla testa. É tornato con i Be cali e ricominciano le voci di mercato. É pre occupato?
«Mutu sta vivendo una situazione difficile, ma al momento deve recuperare innanzitutto la con dizione fisica. Il resto verrà naturale. Però la sere nità è importante».
Zanetti ha detto che bisogna puntare a vincere tutto.
«Cristiano è un giocatore di esperienza, ha vis suto in grandi realtà, capisce i momenti e sa cosa serve per creare spirito di gruppo».
Con Montolivo in campo però l’affiata mento ancora non c’è.
«Poco complementari? La penso in maniera opposta. I giocatori di qualità possono sempre giocare insieme. Due anni fa ho proposto un cen trocampo a tre Kuz-Liverani-Montolivo, tutti a dire che mancava l’incontrista e invece abbiamo giocato il nostro calcio migliore».
Montolivo dovrebbe avere delle motivazio ni «mondiali»...
«Dobbiamo averle tutti, sempre e indipenden temente dal Sudafrica. Ma certo la voglia di an darci può aiutare lui ed altri candidati. A Riccar do io non chiedo la giocata, ma la continuità di gioco. Non voglio un assist vincente, ma 80 pas saggi fatti nel modo giusto».
«Ciao ragazzi, ciao»: alla lista si è aggiun to Kuz.
«E mi è dispiaciuto molto. Negli ultimi due an ni è stato tra quelli che avevo fatto giocare di più, nonostante avesse 20 anni. Perché stavamo inve­stendo su di lui. Ma Kuz è uno che, se messo in discussione, perde subito tranquillità e motiva zioni, e ha chiesto di essere ceduto. L’amarezza per lui si unisce a quella per altri giovani che han no preferito andar via piuttosto che mettersi in competizione dimostrando all’allenatore di meri tare una maglia».
Perché non lo avete sostituito?
«Non si compra un grande centrocampista in 24 ore. Meglio dar fiducia a chi è già qui. Jorgen sen e Santana possono giocare anche al centro».
La Fiorentina in campo sembra ancora un pò scolastica: baricentro basso, niente fuori gioco, poche sovrapposizioni bassi, la mano vra non convince ancora.
«Andiamo con ordine: il fuorigioco per me è una conseguenza di una pressione sull’avversa rio, il tentativo di rubar palla alti. Senza aggres sività è un suicidio farlo, come ci accadde lo scorso anno al Franchi col Lecce. Riguardo gli esterni, sia alti che bassi, dobbiamo migliorare le triangolazioni per trovare la profondità. Sul gioco in generale, per prima cosa dobbiamo es sere propositivi, sempre. Ci sono due modi per cercare di arrivare al gol. Se hai una base tecni ca straordinaria lo puoi fare attraverso il domi nio della palla. Ma nel calcio attuale per non far riorganizzare gli avversari non devi tenerla troppo, ma arrivare in area in pochi secondi. Noi cerchiamo questa strategia».
Con l’addio di Spalletti è diventato il tecni co con maggiore anzianità sulla stessa pan china: 5 anni.
«In una classifica allora sono primo... Mi spia ce per Luciano, in questi anni ha avuto intuizioni straordinarie. Inventando una fase offensiva sen za punti di riferimento, ha espresso per due-tre anni il miglior calcio in Europa, soprattutto se rapportato al materiale a disposizione».
Le difficoltà di Milan e Roma fanno riflet tere. Bastava davvero poco alla Fiorentina sul mercato per diventare la terza forza del campionato.
«Lo penso anch’io, bastava poco...»
E invece?
«E invece non lo siamo e ce la giochiamo con il Milan, le romane, le genovesi, il Napoli, il Paler mo. La forbice va dal terzo all’ottavo posto. Mol to dipenderà dagli impegni europei».
Grazie per l’assist. Il girone Champions vi presenta una rivincita e una sfida affasci nante.
«Cominciamo col dire che il Lione, nonostan te qualcuno sostenga il contrario, non si è indebolito ma rinforzato. Quando hai due uomini di spicco come Benzema e Juninho la squa dra spesso si impigrisce affidan dosi solo a loro. Cedendoli e ac quistando bene, hanno ridistribui to le responsabilità, tenendo alta la qualità».
E il Liverpool?
«La parola Liverpool mi riporta alla mente la tragedia dell’Heysel, sono passati 25 anni e resta tutto nitido come allora. Non sapevamo dei morti, ce lo dissero dopo. Boniperti non voleva far giocare la squadra, fummo costretti. Così come ci chiese ro di andare sotto la curva. Ma nessuno di noi prese un euro per quella coppa, tutti i premi furo no devoluti in beneficienza».
Dall’Heysel ad Anfield...
«Io c’ho giocato e so cosa vuol dire. Un am biente straordinario, l’inno, l’impatto. Ci devi ar rivare da squadra unita, compatta, senza paura. Devi poter pensare ‘‘non siamo vittime predesti nate’’, ci siamo anche noi. Per farlo devi scendere in campo ricco di conoscenze, di convinzione, di attenzione. E per ottenerle devi lavorare, impe gnarti, provare e riprovare in allenamento».
E torniamo alle strutture, al Progetto. Ce sare, la Cittadella è lo spartiacque?
«Sì è inutile negarlo. Con la Cittadella ci sareb bero entrate importanti, si potrebbero riprende re certi programmi, ripensare in grande».
É uno spartiacque anche per la tua perma nenza?
«Non voglio escludere nulla. Io ho fatto la scel ta di rimanere a Firenze perché convinto che que sto sia un progetto vincente in un paio d’anni, ma se dovessero cambiare gli scenari si imporrà una attenta riflessione. Poi uno può inseguire al tre ambizioni o rimanere ugualmente per amore verso una città che mi è stata vicina in momenti difficili della mia vita. Nulla è eterno, prima o poi finirà anche il rapporto professionale con la Fio rentina. Ma a questa città e a questa gente io sarò sempre riconoscente».
Il giorno che dovesse andar via preferireb be: un grandissimo club italiano, la naziona le o un’esperienza all’estero?
«Un’esperienza fuori. Tutti i colleghi che l’han no provata mi hanno raccontato di essere tornati arricchiti umanamente e che la qualità della vita è migliore. Un giorno vorrei provare, per vedere se è vero...».

mercoledì 2 settembre 2009

CONFERENZA: le parole di Corvino e Savio

Questa mattina c'è stata la maxi conferenza stampa con la presentazione del nuovo, e ultimo, acquisto viola seguita dalle parole di Pantaleo Corvino che analizza il mercato estivo della Fiorentina. Queste le parole del ds viola nell'analisi di fine mercato: "Sono qua per presentare Savio e per ribadire che per questa stagione, a differenza della scorsa, in maniera molto chiara abbiamo precisato che la nostra società avrebbe adottato una politica di auto finanziamento, viste le grosse cifre investite lo scorso campionato. Forse io e la mia proprietà non siamo stati chiari, ma abbiamo precisato che le entrate sarebbero stato reinvestite e così sarà, ma solo nel momento in cui il mercato mi permetterà di farlo e non in fretta senza un minimo di cervello. Sento i commenti su tanti siti e radio che non pensano al mio lavoro come ‘fatto bene’. Mi sono riguardato allo specchio allora e ho rivisto il lavoro fatto. Se da un lato la critica, o meglio una parte, e i tifosi, o meglio una parte dei tifosi, hanno messo in discussione il mercato, dall’altro devo dire che il ‘mio’ allenatore ha detto di essere soddisfatto di quanto fatto nel limite del budget imposto dalla società. Ho avuto delle soddisfazioni, come l’acquisto di Marchionni, che ora è in Nazionale. Jorgensen può fare da jolly ed essere una soluzione anche a centrocampo per sostituire Kuzmanovic che era scontento e voleva partire. Penso di essere realista e sognatore al tempo stesso ma non un fanfarone. In quattro anni di Della Valle-Corvino-Prandelli abbiamo raggiunto risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Mentre dagli anni '90 la Fiorentina non ha mai mostrato la continuità e i risultati di questa ‘Viola’. In 8 partite di Champions ne abbiamo perse due . In Coppa Uefa su 16 partite ne abbiamo perse 2. Abbiamo dato lustro alla Società e soddisfazione ai tifosi. Non so quante squadre in Europa hanno fatto quanto ha fatto questa squadra. La proprietà ha investito fino ad ora 170 milioni di Euro. Il quinto budget a disposizione in Italia. I soldi li investiremo quando il mercato ce ne darà l’opportunità. I risultati però ci danno ragione fino ad ora. Errori cerco di farne meno possibile. Io sento che in tanti apprezzano questa proprietà. Uso parole cattive solo per le persone che dicono cattiverie sulla società e sul sottoscritto. La proprietà è delusa e amareggiata per certe affermazioni e certe dimostrazioni di insoddisfazione, eppure i risultati sul campo ci danno ragione. Tutti possono criticare, ho sbagliato su alcuni calciatori, avevo ragione su altri. Ma parlare di insoddisfazione alla luce di risultati e dei fatti è pura cattiveria. La Fiorentina non ha mai cambiato strategia: miscela di giovani ed esperienza, questa è sempre stata la nostra scelta. Vedi le scelte di Jovetic, De Silvestri o Savio per i giovani, Marchionni e Zanetti per l’esperienza. La proprietà fa il massimo e si aspetta che con la Cittadella Viola e l’accordo con il Comune si possa presto pensare all’aumento del monte ingaggi e degli investimenti”.
Subito dopo Corvino è toccato al nuovo esterno viola Nsereko Savio presentarsi: "Sono molto contento di essere arrivato a Firenze. Per me è un onore giocare in una piazza come questa. Darò il massimo, voglio divertirmi e fare bene con questi colori. L'esperienza maturata all West Ham è andata abbastanza bene, anche se è un calcio diverso rispetto a quello italiano. Appena la Fiorentina mi ha cercato io non ci ho pensato due volte e così ho fatto le valigie e sono partito per questa nuova avventura.Mi definisco un'ala offensiva con il 'vizio' del dribbling".